La nostra epoca appare inevitabilmente intersecata con la diffusione di notizie false attraverso i social network, ne leggiamo e sentiamo tutti i giorni.
La nostra epoca appare inevitabilmente intersecata con la diffusione di notizie false attraverso i social network, ne leggiamo e sentiamo tutti i giorni.
Va notato però che quando a diffonderle sono, per convenienza elettorale, esponenti politici con un alto seguito l’effetto è un grosso impatto sulla percezione della realtà da parte dei cittadini fino a distorcerla.
L’esempio più vicino è quello dei “no mask”, i quali negano esplicitamente la realtà dei fatti che come tutti sappiamo ci mostra come il momento storico che viviamo sia particolare e sopratutto drastico, nel momento in cui i decessi collegati al Covid-19 nel mondo sono arrivati al milione.
Eppure c’è chi si sente in diritto di negare.
Con la medesima chiave di lettura si può parlare anche del fenomeno migratorio, che essendo stato portato al centro del dibattito politico degli ultimi anni ha acquisito una portata che appare statisticamente più grande della portata reale(i numeri associati all’immigrazione vengono spesso e volentieri gonfiati o comunicati in modo da farli sembrare maggiori rispetto a quel che sono effettivamente).
Con ciò non si vuole negare l’importanza della risoluzione del problema migratorio ma sottolineare come la comunicazione politica possa portare ad alterare la percezione del fenomeno nell’opinione pubblica.
Continuando a ragionare sul rapporto fake news/percezione della realtà una tendenza emersa nell’ultimo periodo è quella di affidare il compito di contrastare la diffusione di fake news agli stessi social network.
Principalmente in America Facebook e Twitter stanno iniziando a evidenziare, anche nei post di noti personaggi dell’ambiente politico, la non veridicità dei contenuti avvisando il lettore con un banner o una breve didascalia e a volte anche indicando all’utente un’altra fonte che parla della reale dinamica dei medesimi fatti.
È fondamentale che qualcuno inizi ad occuparsi del contrasto alla diffusione di notizie false, tuttavia la domanda lecita da porsi è se vogliamo che un compito così importante venga delegato a delle aziende private a causa della scarsità legislativa in merito oppure se non sia più giusto affidare questo compito ad un organo legittimo, magari di natura sovranazionale, con un più solido assetto normativo.
Alessandro X Speziadinamika