Riders e la verità sui contratti

Il cottimo è una delle più antiche forme di retribuzione, consiste nel guadagnare in base a quanto si è effettivamente prodotto, più produci più sarai retribuito. Non ci sono fasce orarie, puoi lavorare quando e quanto vuoi, semplice no? La realtà è che spesso per necessità il lavoratore oltrepassa i suoi limiti fisici e psichici, mettendo a rischio la propria e altrui salute.
In Italia la retribuzione completamente a cottimo è proibita e considerata sfruttamento. Tuttavia la legislazione garantisce un “sistema misto”, che prevede una retribuzione sia sotto forma oraria che a cottimo. Da un punto di vista teorico non c’è nulla di male a premiare chi si impegna maggiormente sul posto di lavoro, tuttavia questo impianto legislativo viene aggirato assicurando la paga oraria per una piccola parte del totale del salario, mentre la restante parte, la maggiore, sarà costituita dalla retribuzione a cottimo; costringendo di fatto i dipendenti a dover sostenere turni lavorativi massacranti.
In Cina (come in Italia), molti giovani si affidano a lavoretti per mantenersi durante gli studi, ritrovandosi intrappolati all’interno di un vero e proprio algoritmo basato sulla competitività intra-aziendale. Nel gigante asiatico, infatti, il tempo medio di consegna di pasti caldi si è ridotto di 10 minuti rispetto a 3 anni fa. Tutto questo a prima vista potrebbe sembrare vantaggioso, guardando con occhio più attento si nota che il tempo impiegato per ogni spedizione viene registrato e messo a confronto con quelli degli altri dipendenti dell’azienda. La premessa é chiara: chi accetta più consegne e consegna più velocemente lavorerà di più. In questo modo si riducono i tempi di consegna perpetrando una malsana e massacrante concorrenza.
In un’intervista di Songu – un giornale cinese – un rider del distretto di Songijan a Shangai racconta che molto spesso, per diminuire i tempi di consegna, guida contromano risparmiando ogni volta 5 minuti. La piattaforma di consegne “ele.me”, in una dichiarazione riguardo ad un rider riporta: “Se non violasse il codice della strada, in un giorno riuscirebbe a portare a termine la metà delle consegne”. Secondo i dati del dipartimento di polizia di Shanghai, circa una volta ogni due giorni nel 2017 un rider ha avuto un incidente.
È sempre più frequente, in sostituzione alla classica telefonata alla pizzeria di fiducia, le prenotazioni su App dedicate, con le quali molte aziende, per restare sul mercato, collaborano. Da qui si apre un altro mondo fatto di frenesia e orari ben precisi, viene fornito un orario di arrivo dell’ordinazione, difficile per il corriere da rispettare.

Parlando con questa categoria di lavoratori si può venire a conoscenza delle condizioni occupazionali e dei mezzi di trasporto inadeguati. A nostro parere l’assenza di una adeguata risposta politica, sempre al passo con la tecnologia, sta facendo si che alcuni datori di lavoro reiteratamente si approfittino dei lavoratori.

Le consegne a domicilio rappresentano una grandissima risorsa per la cittadinanza, lo si nota ancor più in un contesto di pandemia come quello odierno. Per questo motivo è necessario valorizzare questo settore e coloro che ci sono dietro. È per noi fondamentale una regolamentazione che tenga conto sia delle nuove opportunità che questo ambito può offrire, sia dei rischi connessi al tipo di impiego e al suo svolgimento.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *