“Whatever it takes”

Come ben sappiamo, Mario Draghi, classe 1947, è stato associato a questa espressione dopo un discorso tenutosi nel luglio 2012, in piena crisi economica, quando annunciò che la BCE era pronta a fare “tutto il necessario” per salvare e preservare la nostra moneta unica.
A distanza di quasi nove anni da quella celebre apparizione, che riuscì a dare fiducia ai mercati e agli investitori, viene chiamato dal nostro Presidente della Repubblica per assolvere ad un’altra missione: preservare e salvare l’Italia non solo da un tracollo economico e sociale (ricordiamo che il 31 marzo scadrà il blocco dei licenziamenti), ma anche da una malattia che ha imposto a tutti noi di cambiare stile di vita, stravolgendo i nostri rapporti sociali. Di certo, una situazione ben differente da quella scaturita dalla crisi del 2008, ma di egual portata disastrosa.


Sarà in grado una personalità di alto spessore tecnico, come Mario Draghi, di riconciliare gli spiriti che animano la nostra società?
La politica, è risaputo, crea divisioni. Spesso capita che leader, dal carisma ideologico o tecnico di grande portata, riescano a catturare enormi consensi all’inizio dei loro mandati, finendo però per farsi corrompere da quelle che sono le “regole del gioco” politico che, durante una fase di emergenza come quella che stiamo vivendo oggi, diventano sempre più articolate. Per ogni persona che “guadagna” da una manovra, ce n’è un’altra che ci “rimette” o viene ignorata. Tale bipolarismo non si riscontra solo nella società, ma anche all’interno delle aule parlamentari dove, a causa di un sistema politico a competizione negativa, il potenziale di ricatto sulla formula “amico-nemico” nei confronti del governo è diventata evidente.


Vien da sé porsi un’altra domanda: sarà in grado una persona come Mario Draghi di riavvicinare le fazioni parlamentari?
Fondamentale è infatti, da parte dei nostri rappresentanti, cercare di creare finalmente una coesione e una collaborazione vera che, una volta terminata la fase di contrattazione, possa portare alla produzione di quelle manovre di investimento, tutela, redistribuzione del reddito e imposizione fiscale, che saranno fondamentali per far ripartire il nostro paese. Nei prossimi mesi sarà necessario bilanciare la prospettive di breve e lungo periodo, per rispondere alle esigenze imminenti dei cittadini, e per garantire una ripresa veloce alla nostra economia e all’Italia, ed è responsabilità dei nostri rappresentanti fare “tutto il necessario” perché ciò accada.

Samuele.

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