La Testimonianza di AnonimA

“Alla fine eri ubriaca, la colpa è un cinquanta e cinquanta” 

Queste parole… Queste sono state le prime parole quando raccontai cosa mi fosse successo. 

Nessuno mi chiese come stavo, nessuno mi stette vicino mentre il mondo mi stava crollando addosso. 

Mi urlarono addosso che ero una carnefice solamente perché trovai la forza di denunciare quell’amico, che tanto amico poi alla fine non fu. Perché sì, nel 90% dei casi ti fa del male chi ti è vicino, qualcuno di cui ti fidi. 

Mi dissero che gli avrei rovinato la vita, che non avrei dovuto farlo, che il karma prima o poi sarebbe girato. Il karma?! Davvero meriterei qualcosa di male per ciò che ho reputato giusto fare? Dopo quello che lui mi aveva fatto? 

Ma la maggior parte delle volte fare la cosa giusta richiede grande coraggio e grande forza, vuol dire rimanere ferma mentre la gente ti sputa addosso cattiverie, mentre tu ti senti ancora più sporca, ancora più marchiata e additata: colpevolizzata. 

Ti sentirai un pesciolino rosso in mezzo a un mare di squali ma abbi il coraggio di fare la cosa più giusta, anche se farà male, anche se ti sentirai sola. 

La tua voce è importante.

-AnonimA-

Questa è la testimonianza di una giovane ragazza sopravvissuta, una delle moltissime vittime di violenza, un fenomeno purtroppo molto diffuso nel nostro Paese ma ancora oggi troppo stigmatizzato e taciuto. 

AnonimA (così chiameremo la ragazza per rispetto della privacy), oltre ad essere stata aggredita fisicamente, subisce ogni giorno il peso di quella notte. Il disagio, la vergogna e lo stigma che si porta dietro sono il prezzo da pagare per essere una vittima di abusi e violenze nel 2020, in una società che ancora oggi colpevolizza e marchia le vittime, come a convincere AnonimA, e tutte le altre, che la colpa è la sua, che se l’è cercata, che non doveva bere, che l’ha provocato, che era vestita troppo scollata, quando in realtà c’è solo un unico colpevole: l’aggressore. 

AnonimA ha trovato il coraggio e la forza di denunciare e molto duramente sta vincendo i suoi incubi e le sue paure, ma non tutte riescono in questo. 

Ciò è il motivo per cui servirebbe urgentemente, oltre a un massiccio risveglio di coscienze, un intervento concreto e immediato delle istituzioni competenti volto alla tutela della vita, della sicurezza e della dignità della donna. 

Colpevolizziamo e puniamo i veri carnefici, non sminuiamo le vittime.

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