La nostra linea è sempre stata quella di tenere separato lo sport dalla politica, questa volta però sentiamo il bisogno di parlare di calcio, questa stagione per lo Spezia è già storia, con la prima e meritatissima promozione in Serie A, un sogno per questa città divenuto realtà grazie a mister Italiano e ai ragazzi, reduci da due settimane assurde in cui lo Spezia ha espugnato il Diego Armando Maradona per 2-1 e ha portato la prima vittoria in serie A al Picco per 2-1 contro la Sampdoria.
Oggi, a un giorno da una sfida storica che è Torino-Spezia, vogliamo raccontare brevemente una storia leggendaria e unica, una pagina incredibile della storia del calcio e dello sport, una storia di calcio e guerra di cui noi ragazzi però non sentiamo parlare spesso, per questo vogliamo raccontare e rivivere questa leggenda, la storia dello scudetto dello Spezia VV.FF. 1943-1944.
Inizia tutto a dicembre del 1943, in piena guerra mondiale, il fronte è a Cassino, ma Spezia vive la guerra attraverso i bombardamenti che periodicamente colpiscono la città. Il presidente dello Spezia Coriolano Perioli, grande uomo e imprenditore che in questi anni allestisce una rosa fortissima, forse la più forte della storia dello Spezia Calcio, acquistando giocatori di altissimo livello e scegliendo Ottavio Barbieri come allenatore, l’inventore del “mezzo sistema”.
Perioli in questi anni è l’uomo del momento. Ciò attira l’attenzione dei fascisti, che partono con le intimidazioni, per cui decide di spostarsi con la famiglia a Sarzanello e lascia una lettera al segretario Semorile. Con questo foglietto affida lo Spezia nelle sue mani e cede in prestito l’intero patrimonio atletico ai Vigili del fuoco. Purtroppo nel 1944 i fascisti scoprono l’appoggio di Perioli ai comitati di Liberazione e dopo averlo arrestato viene deportato nel campo di concentramento di Gusen, con il numero di matricola 126344 e registrato come “Schutz”, oppositore politico, da Gusen non farà mai più ritorno.
Tra il 1943 e il 1944 i giocatori dello Spezia come Paolo Rostagno, Wando Persia, Sergio Bani, Carmelo Amenta, Bruno Gramaglia, Mario Tommaseo, Sergio Angelini, Sergio Persia e Giovanni Costa vengono arruolati come Vigili del fuoco come stratagemma per salvarli dai controlli dei nazifascisti e permettere il libero spostamento dei giocatori nel territorio italiano.
La squadra ad ogni trasferta e spostamento rischia la vita, tra intemperie, bombardamenti e scarsità di viveri ogni viaggio è un’avventura, come mezzo di spostamento gli aquilotti trovano una vecchia autobotte rimediata dai Vigili del fuoco di Milano, senza tettuccio e difficile da mettere in moto, nei viaggi i giocatori si siedono nei due lati allo scoperto su delle travi fissate sul mezzo con la schiena rivolta all’interno.
A comando dei giocatori c’è Ottavio Barbieri, grande allenatore che sviluppa una tattica di gioco mai vista in Italia riprendendo il “sistema” inglese e creandone una variante. Il “mezzo sistema” di Barbieri è uno stile di gioco basato sulla difesa, il pressing, la marcatura a uomo e il contropiede che sfrutta pienamente ed esalta le caratteristiche dei giocatori che ha a disposizione, una squadra con baricentro basso con Wando Persia come libero che ha il compito di risolvere i problemi della difesa, mentre in attacco Giovanni Costa e Sergio Angelini con la loro velocità e classe hanno il compito di trasformare i contropiedi in reti. A livello tattico si tratta di un sistema di gioco molto innovativo per i tempi, ed è la chiave del successo degli aquilotti. In Italia Barbieri è il primo ad utilizzare la marcatura a uomo e il libero, molto probabilmente Wando Persia fu il primo libero del calcio italiano.
Il campionato di guerra della Repubblica Sociale Italiana con 65 squadre partecipanti inizia a gennaio del 1944, la formazione spezzina si trova nel girone misto emiliano, in un periodo così difficile per la gente, il calcio resta l’unica distrazione dalla guerra. Nel girone eliminatorio D, lo Spezia VV.FF. affronta Parma, Suzzara, Fidentina e Busseto. Solo le prime due classificate passano il turno e giocano le semifinali regionali. All’andata lo Spezia vince 2-1 contro il Busseto, 1-0 contro il Parma, 2-0 contro il Suzzara e pareggia con la Fidentina 4-4, al ritorno vince 2-0 contro il Suzzara e vince col Busseto a tavolino, pareggia 0-0 con il Parma e 1-1 con la Fidentina, arrivando primo nel girone con 13 punti (le vittorie valgono 2 punti e i pareggi 1).
Nel girone di Semifinale B, gli aquilotti affrontano Suzzara, Carpi e Modena, passa al turno successivo solamente la prima del girone che giocherà la semifinale interzonale. Lo Spezia all’andata batte il Suzzara 2-0 con i gol di Costa e Angelini, perde 2-1 con il Carpi e vince a tavolino a Modena; al ritorno vince 5-2 contro il Suzzara con i gol di Costa, Rostagno e la tripletta di Angelini, vince a tavolino contro il Carpi e contro il Modena che non si presenta, arrivando primo nel girone con 10 punti.
L’11 giugno gli aquilotti arrivano alle semifinali andata e ritorno contro il Bologna, semifinali che assegnano un posto per il girone finale che vale il titolo.
Il Bologna arriva a questa sfida ancora imbattuto ed ha giocatori di alto livello come Ganz, Ricci e Sansone. La gara d’andata si gioca a Bologna, è una partita difficile ed equilibrata che non si sblocca nel primo tempo. Nel secondo tempo, all’81° Paolo Rostagno segna concludendo un contropiede fulmineo partito dai piedi di Viani, mentre il portiere del Bologna, Vanz, non si tuffa perché avvisato di fuorigioco dal mediano Pucci. Il gol è convalidato, ma le brigate nere scendono in campo iniziando a picchiare e manganellare i giocatori, Rostagno racconta: “Pur gioendo per una marcatura tanto importante, pensai soprattutto a scappare ed a salvare la pelle”. La partita viene sospesa e viene applicato l’articolo 50 per invasione di campo in favore dei Vigili che decreta la vittoria per 2-0. Al ritorno il Bologna non si presenta per protesta e lo Spezia VV.FF raggiunge il girone della finale.
Il girone per il titolo è un triangolare con partite secche che si gioca a Milano tra le tre finaliste Venezia, Spezia VV.FF e Torino, basta quindi una sola sconfitta per essere definitivamente fuori dalla lotta per il titolo.
Il 9 luglio si gioca Venezia-Spezia, la prima partita di finale, il Venezia è nettamente favorito e si gioca di mattina sotto il temporale. La partita è dura ed equilibrata, nel primo quarto d’ora lo Spezia produce molto gioco ma non riesce ad andare in vantaggio, al 31° Costa prende palla sulla fascia, accellera e dribbla un avversario con una delle sue finte, continua ad avanzare e mette la palla in mezzo verso Tori, girato di spalle alla porta, in un attimo Tori stoppa il pallone e lascia partire un tiro radente al palo a mezza altezza a cui Valzecchi, il portiere veneto non può opporsi, il primo tempo finisce 1-0. Nel secondo tempo il Venezia inizia a crescere ed a macinare gioco, arrivando al tiro in alcune occasioni, al 66° Gramaglia manca un anticipo e la palla arriva ad Astorri che inizia un’azione personale dribblando alcuni spezzini, arriva davanti a Bani e prova un tiro forte da pochi metri, Bani non ci arriva, pareggio del Venezia. Il pressing da parte del Venezia continua e al 90° due attaccanti del Venezia stanno arrivando a pochissimi metri dalla porta, Persia arriva per primo sulla palla e ferma il pallone con la suola lasciando i due attaccanti nel tentativo di provare un intervento a vuoto, la prima finale finisce 1-1.
L’ultima del campionato per i Vigili del fuoco è Spezia-Torino, che si gioca il 16 luglio 1944 (esattamente 76 anni e 6 mesi da oggi) a Milano.
Il grande Torino, la squadra campione d’Italia ed una delle più forti al mondo, che ha giocatori del calibro di Silvio Piola (che ancora oggi è il miglior marcatore della serie A) e Valentino Mazzola, capitano e simbolo della squadra, considerato uno dei numeri 10 più forti della storia del calcio, secondo alcuni il calciatore italiano più forte di tutti i tempi, allenati da un grandissimo allenatore, Vittorio Pozzo. (da allenatore vince il mondiale con l’Italia in due edizioni consecutive nel 1934 e nel 1938)
Nel pre-gara, Pozzo e Barbieri si confrontano a lungo e dopo il dialogo, l’allenatore dei Vigili torna nel gruppo e riferisce ai ragazzi una presunta frase di Pozzo che fa sobbalzare l’intera squadra: “Non è un insulto, ragazzi, perdere 3-0 contro questo Torino”. Poco dopo, Pozzo entra negli spogliatoi dello Spezia a porgere un saluto di cordialità e rispetto verso una squadra che essendo arrivata fino a quel punto qualche merito doveva averlo, la sua espressione tranquilla e sicura infastidisce i giocatori, appena Pozzo esce dallo spogliatoio, Tommaseo gli lancia una sedia, sfondando la porta.
Colpiti nell’orgoglio, gli spezzini entrano in campo decisissimi, col fuoco negli occhi, senza neanche badare agli spalti praticamente vuoti, in quel giorno di allarmi aerei. L’arbitro dà il via alla gara con queste formazioni in campo: Spezia VV.FF. con Bani, Persia, Borrini, Amenta, Gramaglia, Scarpato, Rostagno, Tommaseo, Angelini, Tori, Costa. Torino Fiat con Griffanti, Cassano, Piacentini, Loik, Ellena, Gallea, Ossola, Piola, Gabetto, Mazzola, Ferraris.
Nei primi 15 minuti di gioco le due squadre si danno battaglia, la tensione è molto alta, all’16° Costa batte la rimessa laterale, la palla arriva ad Angelini vicino all’area del Torino, dribbla Ellena e lascia partire col destro un tiro forte e preciso diretto alla sinistra di Griffanti, il portiere ci va con una mano, ma il tiro è troppo potente e la palla si insacca sotto la traversa nella parte sinistra. Una doccia gelata per il Torino, che inizia a prendere sul serio la gara, al 23° Mazzola prova un tiro teso da dentro l’area, Bani respinge, la palla arriva a Loik che tira rasoterra da 20 metri, la palla viene bloccata a terra con un tuffo da Bani. Al 31° c’è una punizione per il Torino, Ossola la batte mettendola in area, sulla palla vagante si avventa Piola tirando in scivolata da pochi passi, Bani non riesce ad arrivarci, il Torino pareggia. Al 34° la difesa del Torino perde il pallone, recuperato da Costa che prova il tiro, la palla parte forte, il portiere non ci arriva, ma colpisce la parte alta della traversa e va fuori. L’arbitro segnala un minuto di recupero, lo Spezia può provare un’ultima azione. Angelini bloccato da Ellena la passa a Costa che dribbla Cassano e si accentra, la palla deviata in un contrasto rimane a mezza altezza, Angelini prova il tiro al volo dal limite dell’area, la palla è indirizzata all’angolo destro della porta, Griffanti si tuffa, ma la palla si insacca senza che la possa deviare, i Vigili chiudono il primo tempo in vantaggio. Nel secondo tempo inizia l’assedio granata, Piola ha alcune occasioni per segnare ma Bani le neutralizza con grandi parate, al 77° Ferraris con un’azione personale dribbla alcuni giocatori ed entra in area, passa la palla a Gabetto che prova il tiro al volo, la palla finisce sopra la traversa. Nei minuti finali la tensione è alle stelle, gli spezzini provano alcuni contropiedi ma non riescono a segnare, e cominciano a chiudersi sempre di più in difesa, l’arbitro concede due minuti di recupero, al 91° Mazzola ha una buona occasione e scaglia un tiro potente dall’area di rigore, il pallone è indirizzato in porta, il pallone sale di traiettoria, Bani non ci può arrivare, il pallone sale di traiettoria e lo scavalca, stampandosi sulla traversa.
La finale finisce 2-1 per lo Spezia, una partita impossibile in cui i Vigili del fuoco sono riusciti a eliminare il Torino campione d’Italia dalla corsa al titolo, ma lo Spezia non è ancora sicuro di aver vinto il campionato fino alla terza finale, perché il Venezia in caso di vittoria con 2 reti di differenza sarebbe campione, ma nella partita finale del 20 luglio il Torino batte il Venezia 5-2, rendendo gli aquilotti virtualmente i campioni d’Italia, in una delle imprese più incredibili e assurde della storia del calcio.
Dopo quella partita nascono varie discussioni sul campionato e sull’assegnazione dello scudetto, la decisione finale della FIGC è quella di proclamare lo Spezia VV.FF. vincitore del campionato di guerra. Solo nel 2002 dopo varie discussioni, si decide di assegnare un titolo onorifico allo Spezia per la sua impresa, che i nostri giocatori portano da quel giorno cucito sulle maglie.
Questa incredibile storia dimostra come anche durante la guerra, sotto i bombardamenti, nella lotta per la sopravvivenza, e in generale nei momenti più difficili, c’è sempre spazio per trovare un modo innovativo per risolvere i problemi e trovare soluzioni uniche in grado di realizzare imprese impossibili.
Giovanni Graniero
Fonti: Gazzetta dello Sport Lunedì 10 luglio 1944, Corriere della Sera 17 luglio 1944.
Per approfondire: Lo scudetto dello Spezia, Armando Napoletano, Edizioni Giacchè.